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“Non si butta via niente!” 

tavolo, laptop, blocco note,  preparato per frullato | Labevi

Siamo Francesca e Maurizio, moglie e marito. I fondatori del marchio Labevi.

La nostra storia è iniziata sul finire del 2012.

Il mese successivo al nostro primo incontro siamo partiti per un viaggio verso la città di Essaouira, che io non avevo mai visitato e invece era uno dei luoghi del cuore di Maurizio.

Voleva mostrarmi quel posto magico, certo che ne sarei rimasta folgorata.

Non aveva tutti i torti perché a distanza di un anno partimmo con due valigie ed un estrattore per aprirvi la nostra attività.

 

Non si butta via niente -  Essaouira | Labevi

Non si butta via niente – Essaouira | Labevi

 

Yoo Essaouira. Il juice bar vegetariano.

Abbiamo aperto Yoo, un juice bar e snack vegetariano sulla suggestiva piazza del Marché aux Grains.

La cosa che ricordiamo con più affetto della nostra esperienza africana è l’aver vissuto e lavorato a stretto contatto con gli abitanti del luogo.

Abbiamo conosciuto molte persone: chi è nato e cresciuto lì e chi invece aveva scelto Essaouira come casa.

Tutti ci hanno insegnato a vivere bene quel luogo, cosa che abbiamo dovuto imparare.

 

Vivere un luogo nel modo giusto

Appena ci si trasferisce in un posto nuovo si crede di capirlo; invece, ci voglio molti mesi per farlo proprio.

Ci siamo accorti, a distanza di tempo, che eravamo osservati attentamente e con anche un po’ di sfiducia nei nostri confronti.

Marocchini ed expat non ci davano più di un anno di tempo per scappare a gambe levate.

Di anni in Marocco ne abbiamo trascorsi sei e la scelta di rientrare in Italia nel 2019 l’abbiamo fatta con il cuore pesante.

 

I bambini della piazza del grano

 

Non si butta via niente - i bambini | Labevi

Non si butta via niente – i bambini | Labevi

 

Come succede da sempre i primi ad avvicinarsi a noi (unici europei della piazza) sono stati i bambini.

Mehdi, Ashraf, Ahmed e la sorellina, i gemellini e tanti altri amichetti.

Trascorrevano parte della loro giornata davanti al nostro locale e si rivolgevano a noi incuriositi.

Anche a noi piaceva osservarli e scolpire, volenti o nolenti, nella nostra mente le differenze tra quei bambini e quelli che avevamo conosciuto fino ad allora in Italia.

 

Il nostro lavoro

Lavoravamo tutto il giorno con i turisti.

Soprattutto all’inizio della nostra attività gli abitanti di Essaouira (marocchini e stranieri) erano parecchio reticenti.

Ci vollero parecchi mesi per conquistare la loro fiducia.

Facevamo la spesa ogni giorno ma era piuttosto difficile per noi calcolare i quantitativi di alimenti da comprare.

Non conoscevamo bene la stagione turistica e non eravamo ancora molto conosciuti in città.

Acquistavamo ogni mattina cibo fresco: frutta e verdura, pane, formaggi.

Alla sera, gettavamo le preparazioni avanzate, il pane vecchio e gli scarti dell’estrattore.

 

Non si butta via niente!

Non si butta via niente - il monito di Ashraf - | Labevi

Non si butta via niente – il monito di Ashraf – | Labevi

 

Una sera Ashraf, dodici anni, mi vide buttare via una borsa piena di pane avanzato.

“Non si butta via il pane!” mi apostrofò col suo francese claudicante.

Provai a rispondergli che era pane della mattina e che non potevamo riutilizzarlo il giorno dopo per i nostri panini.

Lascialo qui fuori appeso alla porta, vedrai che qualcuno lo userà.

Imbarazzata gli risposi nuovamente: “non posso dare del pane vecchio a qualcuno, non si fa”.

Mi guardò come se non capissi e immediatamente compresi.

 

Gli avanzi

Da quel giorno iniziammo a spartire gli avanzi tra i vicini.

Gli scarti di frutta e verdura andavano a Mafoud, il proprietario del café populaire accanto a noi, con cui nutriva le bestie a casa sua.

Il formaggio avanzato andava nelle ciotole dei gatti della piazzetta.

Il pane che non era stato toccato lo lasciavamo fuori dalla porta. La sera una vecchina passava a prenderselo.

Quello invece che era avanzato dalle preparazioni finiva anch’esso a sfamare i numerosi gatti della Place aux Grains.

Poi c’era la Lola, la cagnolina adottata dal guardiano della piazza che mangiava con gusto qualsiasi cosa le dessimo.

C’erano anche le galline dei vicini, gli asini e i cammelli del vecchietto che vendeva il miele.

 

Non solo cibo

Non si butta via niente - riciclo e riutilizzo | Labevi

Non si butta via niente – riciclo e riutilizzo | Labevi

Una maglietta rovinata con la candeggina diventava una cuccia per gatti.

Stessa sorte per le scatole di cartone dei prodotti per il bar.

Una radio rotta o un mobile non più utilizzato finivano alla ferraille, il mercato dell’usato.

Un vecchio libro diventava merce di scambio con gli altri expat.

Un cellulare rotto, il gioco preferito di Mehdi.

Le bottiglie da 5 litri di acqua, una volta svuotate, venivano raccolte di negozio in negozio per contenere l’olio d’argan da rivendere.

I vestiti vecchi venivano rivenduti dai ragazzini al mercato.

I tavoli del nostro locale furono rifatti con dei bancali di recupero.

Come sedie utilizzammo quelle della scuola, acquistate alla ferraille mentre i vecchi sgabelli in legno diventarono una libreria per casa nostra.

Acquistammo due biciclette usate, pare fossero arrivate dalla Francia per il servizio postale.

 

 

Iniziammo a recuperare, riciclare, scambiare e smettemmo di gettare qualsiasi cosa potesse essere riutilizzabile.

“Non si butta via niente” è diventato il nostro motto.

Ce l’ha dovuto insegnare un ragazzino che della vita sapeva molto più di noi.

 

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